mercoledì 28 ottobre 2009

Il segreto di Pulcinella


--> Ho aspettato due giorni per unirmi al coro con il mio blog delle amiche e degli amici bloggers e non ed esprimere l’indignazione per il sopruso a danno di Adriano, Profumo di lievito, e della sua arte. Mi riferisco all’appropriazione che indebitamente è stata fatta della meravigliosa Crostata di mele e mandorle, da Adriano ideata e realizzata nel 2007 e presentata come propria dalla “solita ignota” nel corso della “solita ignota” trasmissione televisiva della rete ammiraglia della TV di stato a pagamento...

Già anni fa era successo con una rivisitazione della Caprese al cioccolato proposta da Lydia, Tzaziki a colazione, La caprese al cioccolato bianco e limone. Quella volta non era stata presentata in trasmissione ma copia-incollata e pubblicata in un libro di ricette, sempre della “solita ignota”, spacciando anche questa per propria.

Allora mi chiedo, ma come si fa? Ma non esistono dignità, etica, correttezza professionale?

Ma insomma cosa c’è di più bello che riuscire nella realizzazione di un piatto complicato? La prima volta che ho preparato la pizza seguendo le indicazioni di Adriano e le sue pieghe, mi è venuta una cannonata! Non ero mai riuscita a fare una pizza decente prima e ne sono andata talmente fiera che è stato un piacere per me e anche un orgoglio raccontare come c’ero riuscita. Con le mie amiche le pieghe di Adriano sono state un tormentone per mesi! Alla fine non siamo tutti inventori, il vero talento in cucina sta nel risultato. Poi anche la creatività ha la sua valenza, ma deve essere propria non di un altro.

Ho aspettato due giorni anche per dare continuità a questo coro di solidarietà e protesta, nell’attesa che arrivi l’8 di novembre.

Rosemary ha lanciato l’idea ai bloggers e non di preparare e pubblicare proprio quel giorno la crostata di Adriano. Nel frattempo continuiamo tutti a postare quotidianamente il link del post di Adriano su Facebook.

Metto a disposizione il mio blog per chi non ce l’ha. Chi lo desidera può inviarmi via mail la foto e un commento della crostata preparata e sarà mia cura pubblicarla l’8 di novembre.

Un abbraccio ad Adriano e a Lydia.

martedì 20 ottobre 2009

I frutti dimenticati e Le pere volpine al vino rosso

Al raduno di Cucina Italiana a Bordighera ho fatto una testa tanta ai cari amici Valeria e Giorgio, parlando loro della Festa dei frutti dimenticati di Casola Valsenio, che incuriositi sabato scorso sono partiti da Treviso per partecipare a questo caratteristico evento.
Le foto che pubblico di seguito sono state scattate proprio da loro e generosamente a me concesse.


La pera volpina
"Pera selvatica, piccola, saporita, di polpa dura e granulosa, rotonda, croccante, carente di succhi, soda, rugosa, esteticamente non bella, di colore ruggine, dura, limitata di zuccheri e calorie, ricca di vitamine e sali minerali, aspra e tannica, per cui è necessario cucinarla, per lo più nell'acqua o nel vino, per poterla gustare.
La pera volpina è certamente tipica della collina romagnola, ma cresce selvatica anche nelle piane e valli della Bassa. Le piante inselvatichite offrono frutti più grossi e di polpa più tenera. Raccolta tradizionalmente in autunno, a temperatura ambiente si conserva svariate settimane, anche se tende a rinsecchirsi. é frutto antico, che cresce spontaneo ed è stato importante per la sopravvivenza nei tempi di guerra o del mondo contadino o degli Appennini in genere; il suo nome è legato al colore o al fatto che fosse frequente preda delle volpi, oppure legata ad una storica deformazione del nome pera poppina (che ricordava maliziosamente i piccoli seni delle giovinette) in pera volpina.
E' frutto simbolicamente lontano anni luce dai circuiti mercantili correnti e che dominano i mercati attuali; ma proprio per questo (osiamo sperarlo) da alcuni anni è stato riscoperto da una ristretta schiera di cultori della frutta collinare e contadina del passato, che ha il suo epicentro in un delizioso e ricco (di erbe officinali ad esempio) paesino collinare ravennate quale Casola Valsenio, ma non solo (ed il riferimento va a tutta la l'area Valsenio)."

Testo di Graziano Pozzetto, giornalista e gastronomo romagnolo.




"Come utilizzare le pere volpine
La pera volpina si è sempre consumata cotta, assieme ad altri ingredienti dolci o quasi, tesi comunque a compensare le naturali asprezze.
Un tempo veniva lessata in acqua, e ancor meglio nel vino, aggiungendo castagne e marroni (il che tradisce la vocazione collinare), qualche foglia d'alloro, zucchero, spezie, e opportunamente un pizzico di sale marino grosso. Tradizionalmente assai considerata, nelle diverse varietà, ma anche per il succo, antisettica, anticarie, contro l'acidità, disintossicante, per la bellezza della pelle.
Ancor più tradizionalmente la pera volpina è stata uno degli ingredienti del romagnolissimo "savor", confettura casalinga e contadina, preparata dopo la vendemmia, ottenuto dalla lunga bollitura di mosto fiore non fermentato arricchito (a partire dalla metà della cottura, dopo all'incirca 3-4 ore) da frutti dimenticati, autunnali, frutta secca, canditi, e altre disponibili in mensa o arrangiate alla meglio."

Testo di Graziano Pozzetto, giornalista e gastronomo romagnolo.









Non potendo accompagnarli per impegni di lavoro, ho voluto onorare la loro visita preparando le pere volpine secondo una vecchia ricetta della tradizione romagnola.

Le pere volpine al vino rosso, cannella e chiodi di garofano



Ingredienti:

k. 1 di pere volpine possibilmente con il picciolo
g. 600 di zucchero
1 cucchiaio colmo di miele di castagno
2 stecche da circa 10 cm l'una di cannella
1 cucchiaio di chiodi di garofano
1/2 litro di vino rosso Sangiovese
1/4 di litro di acqua

Questa è la ricetta per preparare le pere volpine da conserva per l'inverno e si fa tutto sul fornello. La stessa ricetta si può utilizzare per preparare le pere come dessert da consumare subito, ma in questo caso si cuociono nel forno per due ore a 200°, perché il liquido si addensa di più , formando una vera e propria salsa.

Mettere le pere in una pentola alta e stretta di acciaio con tutti gli ingredienti. E' importante che il vino sia di qualità. Cuocere con coperchio a fuoco medio per circa due ore. Il tempo di cottura lo determina la grandezza delle pere; potete verificarlo infilando uno stecchino. Il sugo deve avere la consistenza di uno sciroppo.
Terminata la cottura, invasate subito e chiudete i barattoli di vetro ermeticamente.

Non immaginate come il profumo inebriante di brulè invaderà la vostra cucina.

Possono essere consumate già qualche giorno dopo, ma più a lungo le tenete, più buone diventano.


lunedì 19 ottobre 2009

Moscardini al latte.

Non avevo mai sentito parlare di questa cottura legata al pesce, ma quando me l'hanno proposta, in una piccola enoteca in riva al mare in Toscana, sono rimasta subito intrigata e curiosa di provarla.
Il piatto era proprio questo, Moscardini al latte. Il primo boccone già struzzicava le mie papille gustative, si scioglieva letteralmente in bocca. Poi man mano che lo gustavo, l'estasi cresceva, tanto che non è mancata la scarpetta finale.
Lo chef è rimasto talmente contento dalla mia scelta e dell'apprezzamento dimostrato, che a fine serata mi ha regalato la ricetta.




Ingredienti per 2 persone :

gr. 600 di moscardini puliti
1 bicchiere di latte
1 bicchiere di passata di pomodoro
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
2 spicchi d'aglio
sale, peperoncino a piacere, olio evo, qualche foglia di basilico

Quanto son buoni i moscardini? Tanto, quanto è fastidioso pulirli. Dopo aver raggiunto questo agognato traguardo, ci troviamo con gr. 600 di moscardini ben lavati che adagiamo in una pentola e copriamo con un bicchiere di latte e uno spicchio d'aglio schiacciato.
Cuocerli per circa 40 minuti a fuoco basso e coperti con il coperchio.
A parte imbiondire uno spicchio d'aglio in tre cucchiai di olio evo e peperoncino a piacere, secondo il mio gusto, il piccante deve essere quasi impercettibile.
Aggiungere un bicchiere di passata di pomodoro, un cucchiaio di prezzemolo e qualche foglia di basilico. Cuocere il sugo per qualche minuto. Togliere i moscardini dal latte rimasto e unire a questo il sugo di pomodoro. Miscelare e unire di nuovo i moscardini.
Continuare la cottura per una decina di minuti e servire bollenti.

mercoledì 14 ottobre 2009

Spaghetti con rapa rossa e formaggio di Fossa


Lo definirei un piatto femmina, si proprio femmina.
Il colore rosa intenso di cui si tingono gli spaghetti , il sapore dolce della rapa unito al piccante del peperoncino e al saporito del formaggio di Fossa, sono le caratteristiche che compongono questo primo piatto, un po' come siamo noi donne..

spaghetti-con-rapa-rossa


Ingredienti per 4 persone :

2 rape rosse cotte
gr. 300 di passata di pomodoro possibilmente hand made
2 spicchi d'aglio
2 cucchiai di prezzemolo tritato
peperoncino
olio evo, sale
formaggio di Fossa
gr. 320 di spaghetti

Cuocere gli spaghetti, cottura 12 minuti, in abbondante acqua salata, consiglio quelli di Voiello.
Nel frattempo preparare il sugo, facendo soffriggere in 4 cucchiai di olio l'aglio e il peperoncino. Per quest'ultimo non sto ad indicarne la quantità, ognuno di noi conosce il prodotto che ha in dispensa e, in base a quanto si vole il sugo piccante, si regola con la dose giusta.
Unire la passata di pomodoro, possibilmente fatta in casa, e cuocere a fuoco basso qualche minuto. Affettare con la mandolina la rapa e unirla al pomodoro. Salare e continuare la cottura per 5 minuti. Togliere l'aglio.
Scolare la pasta al dente, condirla con il sugo di rapa. il prezzemolo e abbondante formaggio di Fossa.
Deliziosissimi!

Sabrina

martedì 13 ottobre 2009

Santa Sofia di Romagna e Spezzatino di filetto con porcini e yogurt

Non c'è domenica in autunno che in ogni vallata dell'Appennino Tosco-romagnolo non ci sia una sagra. I tanti prodotti tipici del territorio permettono il crearsi di eventi a tema. Ora è il periodo dei marroni, dei porcini, del pregiato tartufo, dei frutti dimenticati, della zucca, delle mostre bovine e chi più ne ha più ne metta.
Domenica siamo stati a Santa Sofia sul Bidente, sull'Appennino in provincia di Forlì.
La zona è meravigliosa, a pochi chilometri c'è la Diga di Ridracoli, poi Campigna dove ho tantissimi ricordi, mio padre mi portava con mia sorella in inverno a giocare con la neve.



Domenica scorsa l'occasione è stata la festa di anniversario di una banca locale. Lungo Piazza Matteotti una fila di bancarelle esponevano prodotti di artisti del luogo.



I negozi offrivano prodotti tipici e non mi sono trattenuta nel fare incetta di formaggio di Fossa, di pecorino di Carpegna, di prosciutto al pepe e ancora miele di timo, porcini freschissimi, quelli veri, marroni, pere volpine e delle dolcissime melagrane. E per ultimo, ma forse il più importante, il caglio liquido, che stavo cercando da mesi, con il quale vorrei provare a fare il Raviggiolo.



Caratteristici decine di germani che se ne stavano tranquilli nelle acque del Bidente.



E spettacolari i componenti del gruppo che si è formato dai laboratori di improvvisazione jazz per strumenti a fiato della scuola di musica di Santa Sofia, la Fattoria Roveroni. Con i loro cappellini bianchi, dipinti con disegni naif, hanno suonato pezzi degli anni 30, 40 e 50, sfoggiando un talento unico e trascinando il pubblico in una contagiosa allegria. Sono infatti considerati la rivelazione dell'anno scolastico appena passato.



Con tutto quel bel bottino di leccornie, sono arrivata a casa con una gran voglia di cucinare.
Come tutti noi appassionate, compro in continuazione libri e riviste di cucina che sfoglio incantata e studio con impegno. Poi quando è il momento di provare qualche ricetta, non c'è mai una volta che la segua alla lettera, devo sempre apportare modifiche. Mah... sarà una sorta di malattia o una forma di presunzione inconscia. Chissà...fatto sta che questo è.

Questa è una rivisitazione di un secondo di carne pubblicato nel numero di ottobre della Cucina Italiana, Spezzatino di vitello ai funghi, che ho trasformato in Spezzatino di filetto di maiale ai funghi porcini con yogurt.

Posto la ricetta originale, perché l'esecuzione è la stessa, gli ingredienti da me utilizzati li scrivo tra parentesi.



Ingredienti per 6 persone :

gr. 850 di spezzatino di polpa di spalla di vitello (filetto di maiale)
gr. 500 di funghi geloni (funghi porcini freschi)
gr. 200 di cipolle (1 porro)
gr. 200 di panna (1 vasetto di yogurt + un bicchiere di latte intero)
prezzemolo, olio evo, sale e pepe in grani

Lavare i funghi, sgocciolarli e tagliarli a pezzetti. Affettare le cipolle (il porro) e metterle in una casseruola con la carne e 3 cucchiai di olio. Soffriggere per qualche minuto, coprire lo spezzatino con i funghi, salare coperchiare e cuocere a fuoco medio per un'ora e dieci minuti (nel mio caso circa tre quarti d'ora).
Togliere lo spezzatino e portare di nuovo la casseruola sul fuoco medio, aggiungere la panna ( yogurt e latte) e fare restringere il sugo per qualche minuto, fino a quando diventerà una salsina semidensa.
Rimettere la carne nel tegame, mescolarla con la salsina e servirla con prezzemolo tritato e una macinata di pepe.

Sabrina

martedì 6 ottobre 2009

Il Festival dei Balloons e la vellutata di zucca con cardamomo e profumo di arancia.

Eccomi di nuovo qua, ci stavo ricascando...post in stand by da ben una settimana, ma questa volta non per pigrizia ma per assoluta mancanza di tempo...



Domenica 27 settembre sono andata a Ferrara per l'ultimo giorno del Festival delle mongolfiere. Anno dopo anno enormi palloni colorati, con le loro forme sempre più stravaganti, si confondono tra le nuvole di Ferrara e il cielo si trasforma in un variopinto caleidoscopio. Per dieci giorni, ricchi di eventi, gli equipaggi italiani e stranieri, guidano gli spettatori alla scoperta di nuovi orizzonti. La manifestazione si sviluppa a 360°, integrando ai balloon anche tutti gli sports più possibili, dalla pallavolo alla scherma, dal basket al judo, creando un evento che riesce a coniugare la passione per il volo, per lo sport, per l'ambiente e per la solidarietà sociale.
Tutti questi elementi messi insieme hanno reso il Festival dei ballons, il più importante in Europa.



Il Clown Mauriske: provenienza Belgio, da un lato è contento e dall'altro è triste...
Il Peacock: provenienza Olanda, questo è veramente grandissimo e coloratissimo, molto simpatico.




Il pallone Milka in primo piano e sullo sfondo la "mascotte" T-Rex che si sta gonfiando.



Eccolo qua il mio preferito T-Rex, canadese, alto 37 metri con una coda di 20, che terrorizza i passeggeri del volo pilotato e a destra in tutto il suo splendore! Più sopra molto suggestiva anche la mongolfiera dell'Aston Martin chiaramente di provenienza inglese.

Per i più coraggiosi, si possono prenotare voli liberi di un'ora circa dove è il vento che indica la strada da seguire e ai passeggeri non rimane che godersi lo spettacolo del paesaggio e soddisfare la propria curiosità sul volo. Per i meno coraggiosi ci sono i voli vincolati dove si sperimenta il decollo e l'atterraggio per un 'altezza di circa 30 metri.
Io purtroppo non faccio parte di nessuna delle due categorie, soffro di vertigini, ma chissà, forse un altro anno potrei prenderla come cura per guarire da questa fobia....

Per onorare la cucina ferrarese, dove la zucca è alla base di tanti piatti, ho preparato questa gustosa vellutata.






Ingredienti per 4 persone:

gr. 800 di zucca decorticata
2 patate
1 porro
1 arancia
10 baccelli di cardamomo
un cucchiaio di granulare di brodo vegetale
pepe, olio evo
crostini per accompagnare

Scaldare quattro cucchiai di olio evo e soffriggere un porro tagliato a rondelle con i semi di cardamomo.
Unire la zucca, la patata a pezzetti, la buccia di un'arancia a julienne e il suo cucco, insaporire per qualche minuto e bagnare fino a copertura con acqua bollente. Aggiungere il granulare vegetale, coprire con coperchio e cuocere per una ventina di minuti.
A parte preparare i crostini tagliando a cubetti 4 fette di pane toscano, irrorare di olio, salare e pepare e passare in forno caldo a 200° fino a doratura.
Una volta cotta la zuppa , frullarla fino a farla diventare una vellutata.
Servire con i crostini, un'abbondante macinata di pepe e un giro d'olio.


Con questa vellutata partecipo in extremis alla raccolta di Solidea e Ale.
Grazie ragazze!



Sabrina