La pera volpina
"Pera selvatica, piccola, saporita, di polpa dura e granulosa, rotonda, croccante, carente di succhi, soda, rugosa, esteticamente non bella, di colore ruggine, dura, limitata di zuccheri e calorie, ricca di vitamine e sali minerali, aspra e tannica, per cui è necessario cucinarla, per lo più nell'acqua o nel vino, per poterla gustare.
La pera volpina è certamente tipica della collina romagnola, ma cresce selvatica anche nelle piane e valli della Bassa. Le piante inselvatichite offrono frutti più grossi e di polpa più tenera. Raccolta tradizionalmente in autunno, a temperatura ambiente si conserva svariate settimane, anche se tende a rinsecchirsi. é frutto antico, che cresce spontaneo ed è stato importante per la sopravvivenza nei tempi di guerra o del mondo contadino o degli Appennini in genere; il suo nome è legato al colore o al fatto che fosse frequente preda delle volpi, oppure legata ad una storica deformazione del nome pera poppina (che ricordava maliziosamente i piccoli seni delle giovinette) in pera volpina.
E' frutto simbolicamente lontano anni luce dai circuiti mercantili correnti e che dominano i mercati attuali; ma proprio per questo (osiamo sperarlo) da alcuni anni è stato riscoperto da una ristretta schiera di cultori della frutta collinare e contadina del passato, che ha il suo epicentro in un delizioso e ricco (di erbe officinali ad esempio) paesino collinare ravennate quale Casola Valsenio, ma non solo (ed il riferimento va a tutta la l'area Valsenio)."
Testo di Graziano Pozzetto, giornalista e gastronomo romagnolo.
"Come utilizzare le pere volpine
La pera volpina si è sempre consumata cotta, assieme ad altri ingredienti dolci o quasi, tesi comunque a compensare le naturali asprezze.
Un tempo veniva lessata in acqua, e ancor meglio nel vino, aggiungendo castagne e marroni (il che tradisce la vocazione collinare), qualche foglia d'alloro, zucchero, spezie, e opportunamente un pizzico di sale marino grosso. Tradizionalmente assai considerata, nelle diverse varietà, ma anche per il succo, antisettica, anticarie, contro l'acidità, disintossicante, per la bellezza della pelle.
Ancor più tradizionalmente la pera volpina è stata uno degli ingredienti del romagnolissimo "savor", confettura casalinga e contadina, preparata dopo la vendemmia, ottenuto dalla lunga bollitura di mosto fiore non fermentato arricchito (a partire dalla metà della cottura, dopo all'incirca 3-4 ore) da frutti dimenticati, autunnali, frutta secca, canditi, e altre disponibili in mensa o arrangiate alla meglio."
Non potendo accompagnarli per impegni di lavoro, ho voluto onorare la loro visita preparando le pere volpine secondo una vecchia ricetta della tradizione romagnola.
Le pere volpine al vino rosso, cannella e chiodi di garofano
Ingredienti:
k. 1 di pere volpine possibilmente con il picciolo
g. 600 di zucchero
1 cucchiaio colmo di miele di castagno
2 stecche da circa 10 cm l'una di cannella
1 cucchiaio di chiodi di garofano
1/2 litro di vino rosso Sangiovese
1/4 di litro di acqua
Questa è la ricetta per preparare le pere volpine da conserva per l'inverno e si fa tutto sul fornello. La stessa ricetta si può utilizzare per preparare le pere come dessert da consumare subito, ma in questo caso si cuociono nel forno per due ore a 200°, perché il liquido si addensa di più , formando una vera e propria salsa.
Mettere le pere in una pentola alta e stretta di acciaio con tutti gli ingredienti. E' importante che il vino sia di qualità. Cuocere con coperchio a fuoco medio per circa due ore. Il tempo di cottura lo determina la grandezza delle pere; potete verificarlo infilando uno stecchino. Il sugo deve avere la consistenza di uno sciroppo.
Terminata la cottura, invasate subito e chiudete i barattoli di vetro ermeticamente.
Non immaginate come il profumo inebriante di brulè invaderà la vostra cucina.
Possono essere consumate già qualche giorno dopo, ma più a lungo le tenete, più buone diventano.
Come mi piace scoprire questi prodotti poco noti e quasi dimenticati
RispondiEliminaMeraviglioso! Le foto, la ricetta...e poi quelle bacche di rosa canina in primo piano. E' una marmellata che non ho mai piu' mangiato da quando ero piccola, ma esiste ancora la rosa canina? : )
RispondiEliminaRagazze da noi non sono dimenticati, intendo nei paesi di vallata. Qua a Bologna non san neppure cosa siano...
RispondiEliminaSarh certo che c'è ancora la rosa canina, i boschi ne son pieni..io quando abitavo a Fontanelice ci facevo il rosolio...
Baci a tutte due
Ciao Sabrina, ogni tanto ti ripesco, nella rete. Stavo giusto cercando un modo per conservare sotto vetro delle ottime pere avute in regalo ma decisamente troppe per consumarle tutte insieme..
RispondiEliminaHo solo una domanda che potrebbe sembrar banale ma non vorrei sbagliare qualcosa perdendo questo preziosissimo regalo, le pere vengono cotte intere, con tutta la buccia oppure le sbuccio e le taglio a pezzi? grazie infinite e tanti, davvero tanti complimenti per il tuo bellissimo blog!
Ciao Sunny,
RispondiEliminale pere vanno rigorosamente cotte intere e con la buccia, possibilmente anche con il picciolo.
Grazie per i complimenti e sappiami dire!
Un abbraccio.
Sabrina
Post da incorniciare, Sabry, una delizia per gli occhi e la mente ( e suppongo anche il palato...perché sono allergica alle pere????)
RispondiEliminabrava brava brava ( e complimenti a quella forza della natura che sono Valeria e Giorgio)
ale
Ale ma come si fa ad essere allergiche alle pere....? :D
RispondiEliminaValeria e Giorgio la domenica all'una, dopo appena un giorno e mezzo di gita, avevano il baule della macchina che straripava..danni danni danni... ;)
Sabri, hai fatto un bellissimo post!!! Grazie anche per la ricetta: le pere erano in frigo proprio in attesa di questa! Solo un dubbio: vaso per l'inverno o scorpacciata in due sere?!
RispondiEliminaTi ringrazio anche da parte di Giorgio che sta già pensando alla prossima occasione per venire in zona ed andare a mangiare all'osteria Al Borgo a Monteveglie (che posto!!!).
Baci,
Valeria
Valeria, il post è venuto bello anche per merito tuo, le tue foto son bellissime!
RispondiEliminaPerò con un chilo ne vengono parecchie di perine..puoi fare metà e metà...
Vi aspetto quando volete per Monteveglio, ma mi sa che una delle prossime domeniche facciamo un salto noi su a Treviso... :D
Buona serata, saluta Giorgio e un bacione.
Ciao Sabrina! Che piacere la tua visita.....quando sono entrata qui e ho visto il tuo viso così familiare (ti vedo spesso su fb) mi si è stampato un sorriso sulle labbra ;)
RispondiEliminaGrazie per aver inserito il banner della mia raccolta....ti aspetto! ;)
Sabrina, grazie per aver segnalato questo evento, magari l'anno prossimo potremmo riuscire ad andarci anche noi ;-) e grazie per la bella ricetta :P
RispondiEliminaUn abbraccio
Anna Luisa e Fabio
Sabri, che bel post e che bella ricetta... non sarà semplicissimo che mi capitino quelle pere in particolare, ma chi può dirlo!!!! Comunque l'idea mi piace proprio
RispondiEliminaUn bacione
Sabrina,
RispondiEliminasto facendo il giro dei blog degli amici e passo quindi anche da te.
Avrai ormai letto dell'ultimo plagio della "fatina bionda" ai danni di Adriano.
Propongo di fare la torta di Adriano e pubblicarla tutti nello stesso giorno con lo stesso titolo. "La crostata di mele e mandorle è di Adriano Continisio" chi è d'accordo può passare da me e lasciare un messaggio? QUI:
http://rosemarieandthyme.blogspot.com/2009/10/perdonate-lo-sfogo-dal-blog-di-adriano.html
Ok ci sto Rosemary.
RispondiEliminaGrazie e un abbraccio.
Complimenti per il post e per le delizie presentate con quelle splendide foto. Ciao.
RispondiEliminaCiao Sabrina!
RispondiEliminaSandra mi ha lasciato un po' delle sue pere e allora oggi ho messo su la pentola!!!! Ieri le ha preparate lei, mi ha detto che le girava un po' la testa......., oggi tocca a me!inizio a sentire il profumooooooooooo!!!!
Ho messo il vino comprato al Poggio Bonelli!!!
diana
Sorbole! Perette di lusso con il Chianti! Aspetta qualche mese prima di assaggiarle. Natale è perfetto! Baci
RispondiEliminaIo le ho gia' assaggiate e sono una meraviglia!!Non ho resistito!!Grazie ancora ,bacio!!
RispondiEliminaChe meraviglia quel mercato!!Fantastico!!
Sandra....infati non ci si resiste!!!! Son troppo buone..e pensare che crude non si affrontano! Le foto sono di Valeria e Giorgio, le han fatte l'anno scorso a Casola Valsenio, alla festa dei frutti dimenticati che è in corso proprio questo we e quest'anno festeggia i 20 anni! Bacio
RispondiEliminaCiao a tutti! In questi giorni ero in terra di Romagna per chiudere la casa-vacanze per l'inverno (Milano Marittima).Alla Coop di Cervia ho comprato le pere volpine, per me sconosciute. Dopo il tentativo ridicolo di addentarla (non ridete!) web di corsa ed ho trovato voi. Domenica ci divertiremo a seguire la vostra ricetta ed a Natale, se va bene, contiamo di stupire i nostri ospiti. Se va male, acqua in bocca e facciamo finta di niente! Ma andrà bene, ne sono sicuro e vi farò conoscere il nostro risultato. In ogni caso la riscoperta di nuovi frutti, di antiche ricette è sempre un'avventura che merita di essere vissuta. A risentirci a presto! Se avete nuovi suggerimenti sono su FaceBook: Giovanni Agretti. A presto!
RispondiEliminaCiao! Bellissimo post, complimenti! Ho trovato le pere volpine al mercato coldiretti di Bologna e ho provato a cucinarle come da ricetta, ma le ho dimenticate un po' troppo sul fuoco e la salsa si è addensata fino ad avere la consistenza del caramello! Ora che faccio?! Vorrei conservarle sottovetro, ma come le reupero?
RispondiEliminaGrazie a chi saprà aiutarmi!!
Ciao! Potresti surgelarle. Direi che è l'unica cosa che puoi fare. È successo anche a me una volta. Le ho surgelate e sono rimaste buonissime!
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