giovedì 28 febbraio 2013

Lo yogurt nell'abbattitore.

"Amore, il tuo yogurt è davvero buono, più buono dei più buoni che vendono!"
E non l'ha detto per compiacermi, gli uomini lo fanno solo quando devono conquistarti, poi...una volta che hanno raggiunto l'obbiettivo, diventano improvvisamente molto critici, però si sa..sono critiche costruttive, lo fanno per il nostro bene.. :))


Tornando allo yogurt, è proprio così, detto da me che non lo amo particolarmente, questo è veramente non buono, ma di più, favoloso. Ho provato a farlo per ben tre volte prima di postarlo, con tipi latte differenti, proprio per essere certa di quello che vado a raccontare.

Possiedo finalmente il mio abbattitore Fresco e da un paio di settimane sto sperimentando diverse cose.
Parto dal presupposto che è un abbattitore, quindi ideato per abbattere i cibi per la surgelazione. Questo prodotto in particolare, di tecnologia italiana brevettata al 100%, è la prima macchina al mondo che unisce il “freddo veloce” e il “caldo lento” in un’unica soluzione. Quindi oltre a surgelare i cibi in modo professionale, possiamo anche cucinare a lenta cottura in modo professionale, con un risparmio energetico importante, in quanto il Fresco non ha i consumi altissimi del forno tradizionale, mantenendo, cosa più importante, inalterate le proprietà nutrizionale e i sapori dei cibi..

Tra le tantissime cose che questo strumento meraviglioso può fare, c'è anche lo yogurt, poichè tenendo la temperatura in camera costante a 40°, che permette lo sviluppo dei fermenti lattici, si trasforma in una efficace yogurtiera.



Vediamo come ho fatto.
Il latte e lo yogurt che si utilizzano devo essere freschissimi. Ho provato con tre tipi di latte diversi di altrettante aziende, da quello artigianale a quelli delle nostre centrali di latte di zona di alta qualità e il risultato non è cambiato.
Fare bollire un litro di latte fresco intero per circa 10 minuti.
Mettere il latte in una ciotola e farlo raffreddare nell'abbattitore fino alla temperatura di 40°. Ci vorranno circa 15 minuti. Prendere un vasetto di yogurt bianco, al naturale, freschissimo e stemperarlo nel latte caldo.
Prendere 6 vasetti di vetro, di capacità ml.200 e riempirli con il composto ottenuto. Tenere da parte i coperchi e inserire i vasetti nell'abbattitore. Impostare la modalità "cottura lenta" a 40° per un'ora e mezza. 
A ciclo terminato, spegnere l'abbattitore e lasciare raffreddare i vasetti all'interno dello stesso per 5/6 ore. Richiuderli poi con il loro coperchio e conservarli in frigorifero.
Il tempo di conservazione è di 7/8 giorni, ma difficilmente vi rimarranno per così tanti giorni, troppo buoni!
Per un ciclo di produzione continuativo,utilizzare sempre un vasetto del vostro yogurt.



Il risulatato, lo ripeto, è più che soddisfacente. Lo yogurt si presenta denso, cremoso e poco acido, proprio come piace a me.
Buona giornata. 
Sabrina




giovedì 14 febbraio 2013

Perché fare il pane è un atto d'amore: Semola e macina di farro con pasta madre.

E farlo con la pasta madre lo è ancora di più.
Tante amiche me l'hanno regalata, addirittura una volta lei me l'ha spedita da Genova con il corriere dentro un involucro di polistirolo con i sacchetti del ghiaccio secco. Per la mia solita incostanza nel fare le cose, puntualmente mi moriva nel frigorifero e andava a finire nel rusco, così, senza pensarci tanto, senza sensi di colpa.
L'ultima volta me l'ha data lei a Faenza, tra un tortello e una tagliatella. Ho fatto pane, grissini, crescente varie poi, complice il periodo natalizio dove il lavoro ha il sopravvento, anche questa è rimasta a languire nel cassetto in basso del frigorifero, ma non è andata nel rusco.
L'altro giorno decido di prenderla dal letargo e cercare di capire se è solo moribonda o defunta definitivamente. Tolgo la parte deteriorata in superficie e sotto mi trovo lei, non è moribonda, neppure defunta, ha solo bisogno di una sferzata di energia. 
Ne faccio una palla grossa come una da tennis e la metto a bagno per qualche ora in acqua tiepida zuccherata. La riprendo, la strizzo bene e la rinfresco con un terzo del suo peso di acqua tiepida e due terzi di farina 00, di quella buona. La ripongo nel suo vaso ben chiuso e la lascio fuori dal frigorifero per tutta la notte. Il mattino la riprendo che è già cresciuta del doppio, la rinfresco nuovamente aggiungendo all'acqua tiepida un pizzico di zucchero, la metto a riposare di nuovo nel suo vaso, sempre fuori dal frigo e dopo qualche ora, la ritrovo a spingere con tutta la sua forza su quel coperchio che la tiene protetta dalle mie intemperanze. 
Mi inchino a lei, al suo vigore, alla sua passione, alla sua fierezza. E' davvero una madre, si piega ma non si spezza.

Fare il pane, di quello buono, casereccio, ne è la naturale conseguenza.
Non è un pane elaborato, ma è quello che il pane rappresenta per me; è nutrimento, tradizione, consolazione e passione. E' quello buono con una fetta di mortadella o un cucchiaio di marmellata di albicocche.
A lui piace mangiarne un po' così, senza nulla,  alla sera a metà del film.
E' il  mio gesto d'amore per San Valentino.



Pane di semola e macina di farro.



primo impasto:
150 gr di pasta madre
250 gr di semola di grano duro Mulino Marino
180 gr circa di acqua tiepida

impasto:
impasto precedente +
200 gr di semola di grano duro Mulino Marino
280 gr di macina di farro Mulino Marino
300 gr di acqua tiepida
20 gr di sale integrale di Cervia
1 cucchiaio di olio extravergine

Utilizzo la farina del Mulino Marino non per farne pubblicità, ma perché è quella con cui mi trovo meglio.
Sciogliere la pasta madre nell'acqua tiepida e aggiungere la semola, mescolando e impastando, fino a ottenere un composto liscio e omogeneo.
Fare riposare fino al raddoppio, ricoperto con un foglio di pellicola, nel forno acceso solo di luce.
Prendere poi l'impasto, aggiungere l'acqua e pian piano le farine mischiate e il sale marino, sempre impastando con cura e con forza per almeno 10-15 minuti. L'impasto deve risultato bello liscio, sodo, omogeneo e elastico.
Coprire una cesta di paglia con un cannovacchio di tela bianca, formare una palla con l'impasto, infarinarla leggermente e praticare il classico taglio a croce. Coprire con pellicola e  fare riposare  fino al raddoppio sempre nel forno con luce accesa.
Ora lavorare il vostro impasto formando una pagnotta rotonda, facendo attenzione a non lacerare il glutine ma impastando con cura tirando i bordi esterni verso l'interno. 
Formare  la pagnotta, farla riposare sulla teglia da forno infarinata e coperta con uno strofinaccio bagnato per un paio d'ore.
Accendete ora il forno e portatelo a 250 °C, statico, con un pentolino d'acqua sul fondo. Incidete la vostra pagnotta e infornatela, facendola cuocere a 250 °C e a vapore per 10 minuti.
Trascorsi 10 minuti abbassate la temperatura a 180-200 °C e togliete il pentolino con l'acqua, continuando la cottura per altri 30 minuti circa.

Buon San Valentino.
Sabrina



lunedì 11 febbraio 2013

Quaker oat fingers, un ricordo d'infanzia.

Quando ero piccola capitava che andassi a casa dei miei zii a giocare con le mie cugine e ricordo che la loro mamma, inglese, faceva dei dolcetti d'avena deliziosi, dei quali andavo matta.
Era già un po' di tempo che pensavo di chiamare mia cugina per chiederle se fosse possibile avere la ricetta e  dopo qualche giorno ho ricevuto questa mail.




Cara Sabrina,
Karen mi ha incaricata di spedirti una ricetta del infanzia!

100 gr fiocchi avena
50 gr burro
75 gr zucchero (o meno volendo)
1 cucchiaino di treacle...è una melassa chiara, delle volte si trova in erboristeria o in supermercato tipo Superal (che non si chiama più così credo) la melassa è troppo forte di sapore, ma credo che si potrebbe sostituire con miele.
Sciogliere il burro e treacle in un tegame, aggiungere lo zucchero e l'avena e rimescolare qualche minuto sulla fiamma bassa. Mettere tutto in una teglia unta e cuocere dai 15 ai 20 minuti in forno circa 170°C, finchè diventa dorata. Lasciare nella teglia a raffreddare, poi tagliare a striscie o come vuoi.
 
Un affettuoso abbraccio.
Alexis

mercoledì 6 febbraio 2013

Lenticchie corallo e verza, la zuppa.

Arrivo da un perfetto week end alle terme di Sirmione.
Perché perfetto? Perché ero con le amiche, vecchie e nuove, deliziose, perché la località, l'albergo e le terme sono indimenticabili, perché staccare dallo stress quotidiano è un toccasana, perché questo momento ha rinnovato la voglia di prendermi cura di me, dentro e fuori.
Sarebbe bellissimo poter mettere a sistema un fine settimana così al mese. La qualità della vita aumenterebbe in modo esponenziale. Ci proveremo, intanto continuo a godere dei frutti raccolti...

Le lenticchie rosse, denominate "corallo" me le ha regalate la mia sorellina a Natale, insieme ad altri prodotti equosolidali. Sono essiccate a terra, in Libano e successivamente decorticate. Velocissime da preparare perché non necessitano di ammollo e cuociono in dieci minuti.
La verza è una delle ultime dell'orto di babbo, che quest'anno ha fatto poco poco, a causa di quell'anca ballerina che gli fa tanto male. Siamo in attesa della chiamata per la protesi che gli ridarà quella qualità di vita che gli permette di fare tutte le cose che lo fanno sentire ancora in gamba e indipendente. Alla bella età di 82 anni, babbo guida ancora senza intralciare il traffico, va in bicicletta, va a prendere i nipotini da scuola, fa l'orto, la spesa e tante altre cose che vuole (lo vogliamo tutti in famiglia)  continuare a fare ancora per tanto tempo.  Povero lui che muore dalla paura, ma ha talmente tanto dolore che non vede l'ora di andare!
 
Zuppa di lenticchie corallo e verza.

 
 Per due persone:

gr. 150 di lenticchie rosse
4 foglie grandi di verza
1 piccola cipolla gialla
2 cucchiai di olio evo
brodo vegetale q.b.
sale marino integrale 

In una pentola di coccio scaldare l'olio con la cipolla e un pizzico di sale.
Lavare e tritare grossolanamente la verza e aggiungerla al soffritto.
Lavare le lenticchie e aggiungerle al resto delle verdure, mescolare per insaporire.
Coprire con del brodo vegetale bollente fatto in precedenza con una carota, un gambo di sedano e una piccola cipollina steccata con un chiodo di garofano.
Fare cuocere coperta per circa 150 minuti.
Servire con un filo d'olio crudo..
Detox time.
Sabrina