Alberto, il mio fruttivendolo:"Sabrina questo è per te! Una novità assoluta! E' buonissimo, dolce e fa tanto ma tanto bene. Guarda, c'è il cartellino. Cercalo su internet e vedrai che non ti racconto una baggianata".
Fare la spesa da lui è sempre un'esperienza. Vado per comprare due cose e torno a casa con due borse piene di altro! E' caro arrabbiato e lo sa perfettamente, come lo sanno tutti i suoi clienti che diligentemente fanno la fila in attesa del proprio turno,perché lui non sbaglia un colpo. La qualità dei suoi prodotti è eccelsa. Come questo broccolo che non è proprio a km 0, ma non è poi tanto lontano.
E' Fioi, il broccolo fiolaro di Creazzo, in provincia di Vicenza.
Leggo sul sito dedicato http://www.broccolofiolaro-fioi.it/ che il primo ad innamorarsi di lui è stato Goethe. Durante il suo viaggio in Italia, mentre passava per Vicenza, resta affascinato dall’arco di legno flessibile - così lo descrive - che pesa sulle spalle delle contadine, alle cui estremità pendono due ceste colme di ortaggi, mentre si recano al mercato. Questo arco si chiama bigòlo e a quell'epoca era un sostegno irrinunciabile perché permetteva di bilanciare perfettamente i pesantissimi cesti, anche 80 chili, e di percorre dieci chilometri all'andata e dieci al ritorno, rigorosamente a piedi, a volte con l'aiuto di un asinello e di un piccolo carretto. Il bigòlo ha aiutato le donne vicentine per tanti anni, fino all'avvento della bicicletta e della vespa. Ne prendono il posto le saccàre, collane fatte con i rami di salice nei quali le donne intrecciavano la parte dura del broccolo e indossavano attorno al collo proprio come collane. Poi inforcavano la bicicletta e andavano al mercato a contrattare il prezzo dell'ortaggio. Fino a questo momento e per tutti questi anni la produzione di broccolo fiolaro è di 150 mila cespi all’anno. Poi negli anni 50 il mercato non si tiene più a Vicenza, ma in una nuova struttura in periferia, l'antitesi del Cab. C'è il boom economico e le abitudini cambiano. La gente mangia la bistecca e coltiva le verdure nelle serre, così da averne delle nuove e fresche tutto l'anno e il broccolo a poco a poco svanisce. Non è più alla base dell'economia contadina, che si dedica ora all'allevamento. La produzione, ridotta oggi a due coltivatori principali, piano piano diventa un quarto o un quinto rispetto ai tempi d’oro: 30-40 mila cespi all’anno.
Ma le abitudini cambiano costantemente. Da qualche anno c'è una grande attenzione verso i broccoli e le crucifere in generale, per le elevate proprietà anti-cancro, dovute alla forte presenza del sulforafane, proteina dello zolfo presente soprattutto nei broccoli, una forte risorsa per combattere i tumori.
E allora si torna alle tradizioni, si torna all'antico con il valore aggiunto dell'innovazione e quello che era giudicato il mangiar dei poveri, ora viene riscoperto e trattato nelle cucine dei ristoranti per cucinare piatti prelibati e salutari.
Il broccolo fiolaro è l'ingrediente principe della mia zuppa, che ho voluto gratinare al forno con il pane favoloso del Forno Calzolari di Monghidoro. Credetemi, noi a Bologna, siamo molto fortunati ad avere il suo pane. I segreti del suo successo sono la farina biologica, proveniente dai grani dei campi che circondano Monghidoro e macinata a pietra. Il lievito madre, a cui Matteo Calzolari ha affettuosamente dato il nome di “Gino” e ne festeggia, ogni ottobre, il compleanno. Inoltre l’amore per il territorio, per i sapori semplici, per la tradizione ma anche per la ricerca, che Matteo persegue quotidianamente sperimentando nuovi impasti, recuperando grani quasi estinti e tecniche di panificazione ormai dimenticate. E infine la cottura su di un forno a pietra, dove la pietra rilascia naturalmente il calore immagazzinato, donandolo al pane. Il risultato è un pane dal sapore unico, capace di esaltare qualsiasi ingrediente che gli si abbini. Per la mia zuppa ho utilizzato il pane con i grani antichi.
Ingredienti per due persone:
due piccoli caspi di broccolo fiolaro
una carota
una piccola cipolla gialla
una costa di sedano
1 patata media
aneto, paprica, menta, noce moscata, pepe
1 etto e mezzo di parmigiano reggiano
2 fette di pane casareccio raffermo + 1
olio extravergine d'oliva robusto, sale
Lavare accuratamente tutte le verdure, scolarle bene e pelare la patata.
Tagliare grossolanamente il gambo di sedano, la cipolla e la carota e metterli a soffriggere con due cucchiai di olio. Quando si sono rosolati bene aggiungere il broccolo tagliato e la patata a cubetti.
Insaporire con aneto fresco o secco, paprica, menta e noce moscata a piacere e qualche grano di pepe. Rimestare bene e coprire con acqua bollente. Portare a bollore, coprire con coperchio e fare cuocere per un'ora a fiamma bassa. Aggiustare di sale.
L'aneto, oltre che ad insaporire con il suo aroma inconfondibile, è un'erba aromatica dall'effetto carminativo, che aiuta ad eliminare i gas intestinali che si possono formare nello stomaco e nell'intestino.
Accendere il forno a 200°. Versare in una teglia di pirex o porcellana, qualche mestolo di zuppa. Coprirla con due fette di pane casereccio raffermo, spezzandole con le mani e metà del parmigiano grattugiato. Coprire il pane e il formaggio con altra verdura e con il restante parmigiano unito ad una fetta di pane sbriciolata, una spolverata di aneto e un'abbondante macinata di pepe. Infornare per 20 minuti fino a che non risulti ben dorata.
Servire bollente, aggiungendo un filo d'olio crudo.
Ritento la partecipazione all'MTC - ma stavolta sono certa che non ho sbagliato! :)) -
La sfida è stata proposta dalla Vittoria di http://lacucinapiccolina.blogspot.it/
See you later alligator!
Semplicemente ... non saprei quale aggettivo aggiungere, perchè ho paura di dimenticarne qualcuno! :-)
RispondiEliminaVerrei anche io a fare la spesa da Alberto, a queste chicche non si può rinunciare! ;-)
Grande zuppa, potevi farla per tre che correvo all'assaggio, però :-)))
tesoro, quando vieni a Bo ti ci porto! baciii e grazie!
EliminaIo spero che sabato me lo farai conoscere. Già mi sono innamorata di questo broccolo e della tua zuppa gratinata che mi ha attaccato la lingua al palato.
RispondiEliminaSTUPENDA! Ed anche le storie che racconti, di persone fantastiche e piene di entusiasmo...che ti assomigliano! Un bel bacio cara Sabri.
Grazie cara e grazie per la splendida giornata di sabato!
EliminaSì, vabbè, ho capito, ma....quando diavolo ci andiamo dalla Robi????!!!
RispondiEliminaSono consapevolmente stupidissima, anzi, un po' consapevolmente ed un po' no e la tua ricetta è così semplice e speciale che meriterebbe considerazioni sensate.
Considerazioni oltre il mio pensare, certo che se ne portassi un tantucchio come conforto durante il viaggio......mi piacerebbe di brutto!!!!!!
Oh..se tutto va come prestabilito, si va la terza settimana di maggio. I giorni sono da definire.. beso
EliminaL'ho visto l'altro giorno al mercato e volevo prenderlo. Dopo aver visto questa bellissima zuppa vado a comprarlo sicuramente!
RispondiEliminaoggi ho fatto la pasta con il broccolo fiolaro, stupenda!
EliminaMi incuriosisce questo broccolo. Sono sicurissima di aver visto parecchie volte una cosa uguale o molto simile in Marocco, ma la vendevano come insalata e non ho mai approfondito. E adesso guardo la tua ricetta e me ne pento.
RispondiEliminaRicetta che dev'essere buonissima nella sua affascinante semplicità.
un bacio Sabi
Il broccolo, come il cavolfiore, le verze danno un sapore particolare alle pietanze. Li amo molto, per questo l'ho subito comprato.
EliminaUn bacio cara Ele
Ma che roba divina, voglio quel broccolo! (non avrei ma pensato di poterlo dire) grande Madeleine ;-)
RispondiEliminaDai mo, vieni a prenderlo!
EliminaChe zuppa fantastica Sabri! adoro quegli strati col pane e Parmigiano. Eh sì concordo che siamo fortunati ad avere Matteo Calzolari nelle vicinanze!! complimenti bellissima ricetta!
RispondiEliminaMamma mia che bontà!!!! Adoro il broccolo fiolaro e sono sempre alla ricerca di nuove ricette per gustarlo il più possibile nella sua stagione. Questa tua proposta deve essere una vera goduria...in settimana mi sa che una sera provo a farla!
RispondiEliminaCiao
Sandra
Sabri, hai presente la differenza fra gli artisti e il resto del mondo? Il resto del mondo si arrabatta, come diciamo qui a Genova. Fa il suo, a volte anche bene- ma oltre il compito non va. poi arriva l'artista, dà una pennellata- e ti apre il mondo.
RispondiEliminaEcco:tu sei colei che fa la differenza.
Che ci apre il mondo, con la sua solita pennellata di stile
E ci lascia a bocca aperta, per la meraviglia e l'ammirazione.
Sabriiiiiiiiii ... non ho parole, con questa mi hai steso. E zittire me mica è facile!
RispondiEliminaChe zuppa! Che post meraviglioso, ricchissimo di informazioni, una vera lezione che ti lascia più ricca!