lunedì 31 dicembre 2012

Quasi 2013...

Non ho mai amato la serata dell'ultimo dell'anno. Da giovane poi era un supplizio piuttosto che un gusto. Per trascorrerlo con gli amici e con il mio ex marito, che allora non ex, ero costretta a maratone estenuanti in discoteca, quasi sempre a Rimini, tra calca di persone che il più delle volte avevano fatto un brindisi di troppo, orribile musica assordante, rientri interminabili in auto con finale all'alba in pasticceria. Brr..ho i brividi di terrore solo a pensarci. 
Per fortuna che con il passare degli anni le cose sono cambiate e il capodanno lo trascorro o sola con il mio compagno o con pochi amici, organizzando una serata godereccia, all'insegna del buon cibo e della buona compagnia. E anche questa sera sarà così.

2012 anno bisesto, che ne ha combinate di tutti i colori. Ha visto vacillare la giovane Europa più di una volta, tanti hanno perso il lavoro, la terra ha tremato nella mia adorata regione,  una zona preziosa per l'economia italiana già ridotta ai minimi termini, ladrate e ruberie sono state all'ordine del giorno. 
Ma nonostante tutto l'abbiamo messa in saccoccia a quei gufi dei maya e non siamo esplosi. 
Anzi, concludiamo l'anno con un piccolo barlume di speranza, un filo di luce all'orizzonte che fa cominciare il nuovo anno con più ottimismo.

2013 anno con un numero per me fortunato, il 13.
Vorrei che questo anno portasse a mio figlio il rinnovo del suo contratto di lavoro che gli darebbe la serenita' emotiva per pensare a nuovi progetti di vita.
Vorrei per il mio compagno salute e soddisfazioni professionali.
Vorrei per mia sorella più tempo da trascorrere con i suoi bimbi.
Vorrei per i miei genitori tanta ma tanta ma tanta salute.
Vorrei per i miei amici serenità.
Vorrei per me stessa qualche acciacco in meno, un po' più di tempo per fare le cose che mi fanno stare bene e vorrei che il negozio continui la sua fortunata ascesa. 

Insomma, sostanzialmente salute e lavoro per tutti, che poi sono le forze senza le quali amore e serenità vanno a farsi friggere.

Buon 2013 a tutti!
         


venerdì 21 dicembre 2012

Cake al caffè mandarino e cannella, glassato di frutta secca pralinata.

Giornate piene e concitate sono queste per me!
E' quasi l'una, VOGLIO scrivere questo post e spero che non entri nessuno in negozio per almeno un quarto d'ora. 
Devo ancora pensare a metà dei regali e fuori nevica.
La fine del mondo prevista dai Maya sembra che alla fine si sia concentrata a casa mia..un delirio..l'unico desiderio che ho, è che arrivi la sera del 25 quando finalmente mi potrò riposare per due giorni di fila!
Per fortuna questa mattina mi sono presa un quarto d'ora, ho spento il telefono, mi sono seduta e ho fatto colazione con questo cake veramente squisito che vi consiglio come coccola per questi giorni di festa.

La ricetta è del cake al caffè al cardamomo di Claudia Tiberti, di Verdecardamomo,che vi garantisco è una certezza, io l'ho solo modificato negli aromi e nella scelta del burro, dove ho utilizzato un burro di capra francese che ho trovato dal mio formaggiaio cartier, costosissimo ma molto buono e soprattutto leggero.
Il caffè l'ho aromatizzato preparando una caffettiera con una mistura profumatissima che mi hanno regalato Cinzia e Giuliana di Il pranzo in famiglia, per il nostro Swap natalizio. Si tratta di buccia di mandarino e mela essiccate, con chiodi di garofano, al quale ho aggiunto un poco di cannella e una bacca di ginepro.Il caffè è risultato molto aromatico e profumato. La stessa mistura 'ho tritata finemente e l'ho aggiunta all'impasto. 
Ecco la ricetta finita.

Cake al caffè arancio e cannella, glassato di frutta secca pralinata.


il cake:
180 gr di farina 00
3 uova
180 gr di zucchero di canna
120 gr di burro di capra
2 cucchiai di cacao amaro in polvere equo solidal
1 dl di caffè aromatizzato con mistura di aromi
2 cucchiaini di aromi
 10 gr di lievito per dolci
un pizzico di sale
gli aromi:
buccia di mandarino e di mela essiccata, tre chiodi di garofano, un pezzetto di stecca di cannella, due bacche di ginepro

la ghiaccia reale:
1 albume
gr 150 di zucchero a velo
1 cucchiaino di succo di limone

la frutta secca pralinata:
gr. 50 di mandorle con la buccia
gr. 50 di nocciole
gr. 50 di castagne secche
gr. 150 di acqua
gr. 150 di zucchero bianco
un pizzico di cacao amaro e un pizzico di cannella in polvere


Preparate la frutta secca pralinata in questo modo:
Mettete a bollire l'acqua con lo zucchero in un tegame d'acciaio con il fondo grosso. Fare sciogliere completamente lo zucchero.
Unire la frutta secca. Le castagne vanno cotte precedentemente per una mezz'ora in acqua e un pizzico d sale.
Mescolate spesso, facendo attenzione a che lo zucchero non si caramelli. Quando lo zucchero comincerà schiumare, mescolare continuamente in modo che cristalizzando aderisca bene alla frutta. Togliete dal fuoco e adagiatela su di un foglio di carta da forno. Fate raffreddare.

Preparate la mistura di aromi:
Prendete la buccia di un mandarino e di una mela essiccata in precedenza al forno, tre chiodi di garofano, un pezzetto di stecca di cannella, due bacche di ginepro e tritate molto finemente.
Preparate il cake:
Mettete su la moka da tre caffè, nella cui acqua avrete aggiunto un cucchiaino di mistura di aromi. Fare raffreddare.
Nella planetaria sbattere le uova con lo zucchero, quando il composto sarà raddoppiato di volume e spumoso aggiungete poco alla volta la farina setacciata, il sale e il burro fuso. Unite il cacao in polvere setacciato (pure lui) e il caffè. Infine unite due cucchiaini di aromi e il lievito (setacciato sempre).
Versate l'impasto nello stampo da plumcake ricoperto con carta da forno e fate cuocere per 40 minuti a 170-180.
Sfornate e lasciate raffreddare.

Preparate la ghiaccia reale:
Montate a neve l'albume e aggiungendo strada facendo lo zucchero a velo e il succo di limone.

Composizione del cake:
Versare la ghiaccia sul cake e disporre la frutta secca, alternando le mandorle alle nocciole e alle castagne.

Buona colazione anche a voi.
Sabrina


giovedì 13 dicembre 2012

Torta di zucca e cramberries.


Ogni anno la stessa storia, arriva il 13 dicembre e mi sveglio dicendo: "Oggi è Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia.". E lui subito che mi riprende, dicendomi che il giorno più corto è il 21. 
Così ho deciso di approfondire la cosa, ci sarà un motivo per cui esiste questo detto, a parte la rima e l'assonanza così deliziosa, e ho scoperto che....

"Prima del 1582, la sfasatura fra calendario civile e calendario solare era tanto grande che il solstizio cadeva proprio fra il 12 e il 13 rendendo quindi questo il giorno più corto dell’anno. 
Riformando il calendario secondo accurate osservazioni astronomiche, Papa Gregorio XIII decretò che si passasse direttamente dal 4 Ottobre al 15 Ottobre, togliendo quindi i 10 giorni di sfasatura accumulati negli oltre 10 secoli precedenti. Il solstizio passò così al 21-22 dicembre (come oggi) ma la festa della santa rimase sempre al 13.
Va comunque rilevato che ancora oggi attorno al 13 dicembre si ha effettivamente un “accorciamento” delle giornate, nel senso che questo è il periodo dell’anno in cui il Sole tramonta più presto:  per le prime due settimane di dicembre l’orario del tramonto si mantiene quasi costante, tra le 16,41 e le 16,42 (per una località di media latitudine italiana): perfino prima che al solstizio!
Durante il solstizio, infatti, il Sole tramonta un po’ più tardi, circa 3 minuti dopo, alle 16,44, ma anche l’alba è ritardata di alcuni minuti, avendo luogo alle 7,37: in definitiva, pur tramontando dopo, il Sole resta sopra l’orizzonte circa 3 minuti in meno rispetto al giorno 13, e si ha il dì più corto dell’anno. 
Il motto popolare descrive l’evento del solstizio, con il Sole più basso di tutto l’anno e il dì più breve, cosa che accadeva il 13 dicembre solo fino al 1582. La celebrazione in questa occasione della santa che è simbolo della luce (anche nel nome) ha pertanto motivazioni evidenti."

Mi ritengo soddisfatta, alla fine ho sempre ragione io! poi anche se non fosse, non è carino svegliarsi sorridenti e di buon umore dicendo:  "Oggi è Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia."? Mi sembra una cosa così deliziosa, una ricorrenza da festeggiare!
Poi quest anno il 21 dovrebbe finire il mondo, un evento così catastrofico che fa rabbrividire...no no non mi piace..

Allora festeggiamo con una torta leggera, accogliente, che possono mangiare tutti perché senza glutine e che racchiude i sapori di questo inverno che sta per cominciare in modo così pungente.. a Bologna fa un freddo becco, come si dice dalle nostre parti.
Buona Santa Lucia!

Torta di zucca e cramberries.



gr. 500 di zucca
gr. 120 di farina di frumento
gr. 50 di burro
due cucchiai di miele
la buccia grattugiata di un limone
due uova
un bicchiere di latte
un pizzico di sale
due cucchiai di cramberries disidratati


Privare la zucca della scorza, tagliare a cubetti e cuocerla nel latte. Scolarla e farla intiepidire senza buttare il liquido rimasto che potrebbe servire per l'impasto.
In una terrina unire i tuorli, la farina, il miele,il burro a temperatura ambiente,  la zeste di limone, la zucca e il liquido di cottura rimasto. 
A parte montare le chiare a neve ferma con un pizzico di sale, unirli delicatamente all'impasto.
Imburrare una teglia da torta,mettere sul fondo un cucchiaio di cramberries, versare l'impasto e mettere sopra il resto dei cramberries.
Cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa mezz'ora.
Servire tiepida, spolverata con zucchero a velo.

lunedì 10 dicembre 2012

E festeggiamo con il polpettone.


Tre anni.
Il 6 dicembre il nostro negozio ha compiuto tre anni. Dico nostro anche se in realtà è suo, ma me lo sento nostro perché lo amo da morire, perché lei lo fa sentire anche mio e perché ci metto tutta me stessa.
Siamo cresciute molto in questi anni, siamo diventate veramente brave. Abbiamo creato con i nostri camini angoli di calore e di atmosfera in case bellissime. Ci sono stati momenti difficili e momenti esaltanti, abbiamo riso, pianto, litigato furiosamente e fatto pace. Abbiamo condiviso tante cose che hanno fatto si che diventasse "nostro".
Ed è solo l'inizio, abbiamo ancora tante case da visitare, camini da creare, sogni da esaudire...
Buon compleanno Wi-fire, tanti auguri Il fuoco che arreda. 



Questo post avrei dovuto pubblicarlo già la settimana scorsa, ma un folletto anticomputer si è introdotto all'interno del mio portatile e, contemporaneamente, anche all'interno del pc del negozio, negandomi la possibilità di postare corretamente, quindi eccomi qua oggi, con qualche giorno di ritardo...comunque per gli auguri non è mai troppo tardi.
Non c'è la torta di compleanno, bensì il polpettone!
Beh del resto non sono una donna convenzionale... Il polpettone, da noi, fa parte del cibo della domenica, il cibo di un giorno di festa. Per me è un comfort food, una pietanza che mi rimette a posto con il mondo, che mi fa star bene. 
Quante versioni di polpettone esisteranno mai? Quante famiglie ci sono in Italia? Beh, mi sa tanto che per ogni famiglia c'è un polpettone e questo è il mio.

Il Polpettone.


Ingredienti per 4 porzioni:

gr. 250 di carne di mazo macinata
gr. 250 di carne di pollo macinata
gr. 100 di mortadella 
gr. 50 di pamigiano grattugiato
1 uovo
5 cucchiai di pangrattato
mezzo limone
sale pepe noce moscata
1 costa di sedano
1 carota 
1 cipollina 
due chiodi di garofano

Mettere in una terrina la carne, amalgamarla con la mortadella tritata finemente, il parmigiano, una grattugiata abbondante di noce moscata, due cucchiai di pangrattato, una presa di sale, l'uovo e il succo filtrato del limone.
Formare il polpettone, passarlo nel pangrattato e farlo riposare in frigorifero per almeno un'ora.

Mettere a bollire un litro e mezzo di acqua, con il sedano la carota e la cipolla steccata con i chiodi di garofano, salare e pepare e portare ad ebollizione. 
Versare il polpettone quando l'acqua bolle forte e lasciare cuocere per un'ora.
Toglierlo dal brodo e lasciarlo intiepidire.
Tagliarlo a fette e servirlo con il contorno che più ci piace. Si abbina davvero a tutto.
A me piace con qualche cipollina in agrodolce, un carciofino sott'olio e spinacini appena scottati e saltati con un po' di burro.

Il brodo non buttatelo. E' delizioso per cuocervi passatelli e tortellini o utilizzato per un risotto.

A presto.
Sabrina

Ma che testina! Non è un piatto da blog!

Se l'avesse fotografato Alessandro Guerani, poteva anche diventarlo un piatto da blog, ma fotografato da me è solo un fantastico piatto della domenica! 
I tagli poveri della carne sono sempre stati la mia passione. Sarà perché sono figlia di un macellaio, nata e cresciuta tra lingua, coda, testa, guancia, cervella, rognone, colli e zampe di gallina, li ho sempre amati alla follia. Tra un gran bollito e una fiorentina, bollito tutta la vita! 

Finalmente, dopo tanto cercare, ho trovato il mio macellaio del cuore. È una piccola macelleria a conduzione familiare, in via Pescherie Vecchie dove l'eccellenza delle carni lavorate e il loro biglietto da visita e a quanto pare lo è da tanti tanti anni, poiché si tratta di una delle macellerie più antiche di Bologna.
Da loro sono sempre andata a comprare la mortadella di Pasquini, che regalo agli amici non bolognesi quando vado a trovarli, ma non avevo considerato la carne, non so come mai, non ero stata attenta, forse perché ogni volta che andavo avevo sempre i minuti contati.
Ma poi l'ultima volta avevo un po' più di tempo e così ho fatto mente locale di dove realmente mi trovavo e con chi avevo a che fare: professionisti di primo livello. Le loro proposte sono di quelle di altri tempi, dove la lavorazione dei tagli meno pregiati delle carni, era molto considerata, primo perché i costi erano più contenuti rispetto ad un filetto, poi perché le carni in realtà sono molto più saporite che una semplice anche se ottima bistecca.  
È anche vero che questi tagli di carne richiedono più lavorazione e cotture lunghe, che i tempi concitati delle nostre giornate non permettono di cucinare tanto spesso, ma sono convinta che una volta noi tanto si possa fare.
La mia attenzione cade su un rollè di testina ripiena di lingua. Solo al pensiero ho già l'acquolina in bocca. Il macellaio mi guarda soddisfatto della mia scelta, ma anche un po' perplesso e mi esterna un "signora, ma questo tipo di carne richiede almeno quattro ore di cottura..." E io pronta gli rispondo che mica gli devo tenere compagnia, visto che va bollito, il mio lavoro consiste solo nel tenerlo d'occhio mentre prende il bollore, abbassare la fiamma e controllare dopo quattro ore.
Compiaciuto della mia risposta, mi incarta il rollè e io me ne torno a casa bella contenta del mio acquisto. 

Se vi va di provarlo, non dovete fare altro che farvi preparare dal vostro macellaio di fiducia, un rotolo con testina di bovino, ripiena di lingua sempre di bovino, ben legata e ben stretta nella rete.
Va cotto  in un tegame di abbondante acqua con sedano, carota e una cipolla gialla steccata con chiodi di garofano, qualche grano di pepe e un sale q.b. Una volta che prende il bollore, abbassare la fiamma e farlo cuocere lentamente per quattro / cinque ore. La carne deve risultare morbidissima.
Quando si è cotto, toglierlo dal brodo, sfilarlo dalla rete, tagliarlo a fette e con dirlo con un filo di oli evo.
Accompagnarlo con una salsa verde preparata con un cucchiaio di capperi, due di prezzemolo fresco pestato, un filetto di acciuga, un uovo sodo, tutto tritato bene e legato con due cucchiai di olio evo e una punta di senape di Digione. 

Buon we a tutti.
Sabrina