venerdì 26 giugno 2009

Don't stop 'til you get enough e Bocconcini "alla Norma".

Alla notizia sono letteralmente saltata nel letto e, come una ragazzina, le lacrime hanno cominciato a scendere: l'icona del pop, uno dei miei idoli, Michael Jackson è morto, stroncato da un arresto cardiaco nella sua casa.
Quanto ho amato la sua musica! Siamo nati lo stesso giorno, il 29 agosto e me ne sono sempre vantata, lui, Michelle Pfeiffer ed io...Mi ricordo da ragazzetta il garage dei miei genitori, tutto tappezzato con foto e poster dei miei miti di allora, tra i quali spiccava lui, con quel fisico minuto, il sorriso bianchissimo e quel scintillio negli occhi neri, nella sua posa più famosa, mentre eseguiva un passo che ha fatto storia e che abbiamo tentato di emulare tutti, il moonwalk.
Appena sentivo un suo pezzo non potevo farne a meno, era assolutamente automatico, cominciare a ballare ovunque io fossi...e lo confesso che ancora oggi, alla soglia dei 45 anni mi fa questo effetto.




Non voglio giudicare la sua vita, tante cose non ho condiviso, come la sua metamorfosi fisica, i suoi eccessi finanziari, le sue donne, i figli e tutto quello che molte volte ha fatto dimenticare quanto grande fosse e quanto importante sia stato nel panorama musicale.
Voglio ricordarlo così, come in questo video, appena ventunenne e in tutto il suo splendore, nell'esecuzione del suo primo singolo da solista "Don't stop 'til you get enought" ...non fermarti finché non ne hai abbastanza....forse Michael il tuo cuore si è fermato perché ne aveva abbastanza...di te...
Ora sei una leggenda, ti auguro di aver finalmente trovato la pace.





Bocconcini di salmone e rana pescatrice gratinati e pomodorini "alla Norma".

bocconcini-alla-norma

Ingredienti per 2 persone :

gr. 200 di salmone fresco
gr. 200 di rana pescatrice
gr. 30 di pangrattato
aglio, rosmarino, salvia, timo, maggiorana, basilico, sale e pepe
olio evo

gr. 250 di pomodorini pachino
1 melanzana piccola
ricotta romana
farina
aglio, rosmarino, salvia, timo, maggiorana, basilico, sale e pepe
olio evo

Preparare il pangrattato profumato tritando nel mixer il pane raffermo, le erbe aromatiche, il sale grosso e il pepe. Tagliare a tocchetti il salmone e la rana pescatrice. "Infarinarli" di pan grattato profumato, disporli in una teglia coperta da carta forno e irrorarli con un po' di olio evo . Cuocerli in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti fino a doratura.

Tagliare la melanzana a cubetti, salarla e metterla in un colapasta per una ventina di minuti per farle perdere l'amaro. Poi lavarla, asciugarla, infarinarla e friggere in poco olio bollente.
Mettere i pomodorini in una padella in modo tale che ne ricoprano la superficie. Unire tre cucchiai di olio evo, le erbe, l'aglio, salare e pepare. Cuocere con il coperchio per circa 10 minuti, fino a quando l'acqua non si è assorbita.

Servire i bocconcini di pesce con i pomodorini , i tocchetti di melanzana fritta spolverati da una grattugiata di ricotta romana.

Sabrina

mercoledì 17 giugno 2009

Insalata di riso venere alla greca.

Adoro la Grecia, ci sono stata diverse volte. Rispecchia molto l'idea che ho di vacanza, per le tante belle isole, per l'acqua del mare, una calda piscina , il cibo è ottimo, ci sono tanti posti da visitare colmi di storia e scegliendo luoghi meno trendy, si può trovare tranquillità anche in pieno agosto.
Da giovane, quando avevo mio figlio piccolo e un senso d'avventura più spiccato di adesso, si partiva senza prenotare nulla, solo con in testa la meta e a volte poteva succedere di cambiare idea strada facendo. Per noi lo slogan "No Alpitour? Ahi, ahi ahi..." non è mai esistito...
Quell'anno la scelta è stata Karpathos, un'isola del Dodecanneso allora praticamente sconosciuta. Per arrivarci un viaggio che non vi dico, chiaramente in auto perché il mio ex marito aveva il terrore di volare. Siamo partiti da Imola alla volta di Passo Resia in val Venosta, a prendere nostro figlio in vacanza con i nonni; fermi giusto il tempo di gustarci le meravigliose tagliatelle ai funghi porcini di mia suocera, siamo ripartiti attraversando tutta L'Austria, entrando poi in quella che era la Yugoslavia.
Arriviamo a Belgrado alle due di notte e mentre cerchiamo un posto per dormire, tac...si rompe il filo della frizione (parentesi: prima della partenza avevo portato l'auto dal meccanico per il consueto tagliando, dicendogli di controllare la frizione perché staccava male....). Arriva dal nulla una pattuglia della polizia che ci accompagna in un albergo vicino e ci consiglia l'iter da seguire il giorno dopo, domenica, per rimettere in sesto l'auto. The day after: dopo mille peripezie e un tot di soldini, riusciamo a ripartire nel tardo pomeriggio alla volta della Grecia. Atene in piena notte e con mille chilometri sulle spalle ci appare come un video game. Strade come autostrade ma senza guard rail, automobili che sfrecciano ovunque e non ti danno il tempo di capire dove devi andare, clacson che suonano ininterrotti e automobilisti che imprecano ad ogni nostra piccola esitazione. Comincio ad accusare...l'albergo è un miraggio e lo stomaco è vuoto come un frigorifero prima della partenza... Ma finalmente arriviamo...prendiamo un latte con biscotti nel bar dell'albergo e voliamo a letto. la stanchezza è talmente tanta che non sentiamo neanche i trecentomila treni che passano davanti alla finestra della nostra camera...
La mattina mi sveglio imbestialita, chissenefrega di Atene, me ne voglio andare subito. Andiamo al Pireo per prendere il traghetto per Rodi, passaggio obbligato per Karpathos, ma il primo parte solo alle nove di sera. L'idea di riprendere la macchina e ributtarmi in quella bolgia mi terrorizza. Quindi optiamo per un giro turistico in taxi: ottima decisione, altro mondo, altra vita, Atene mi si trasforma sotto gli occhi e diventa una città meravigliosa. Il taxista si improvvisa guida turistica e nel tragitto dal porto all'Acropoli, ci mostra tante bellezze di questa città. Siamo incantati...e il nostro umore cambia improvvisamente. Alla sera quasi mi dispiace doverla lasciare.
Tredici ore di navigazione su una poltrona, l'unico comodo e che dorme come un angioletto è mio figlio, avvolto nel suo sacco a pelo. Arrivati a Rodi, cominciamo entrare in atmosfera vacanze, il traghetto per la nostra meta parte alle otto di sera e abbiamo tutto il giorno per gironzolare per l'isola.
Ci guardano tutti incuriositi, siamo gli unici ad avere la nostra auto...in effetti chi affronta un viaggio del genere (3 giorni...) quando in aereo da Bologna ci sei in poco più di tre ore...?
Durante il viaggio avevo letto sulla guida di un posto descritto come magico, la valle delle farfalle.
E' una valle verdissima, percorsa da ruscelli e cascate e piena di sentieri e percorsi su ponticelli per poter godere di una splendida passeggiata in un ambiente naturalistico e suggestivo. Per tutta l'estate vi vivono queste farfalle gialle e nere, attirate dalla resina dei pini e dall'aria che rimane fresca anche nelle giornate più calde. Si mimetizzano completamente con le cortecce degli alberi, l'unico handicap è che sono farfalle notturne e per poterle vedere in tutta la loro bellezza, è necessario sbattere le mani, come per applaudirle e loro, svegliandosi, cominciano a svolazzare allegramente. Enrico, mio figlio, è eccitatissimo e come tutti i bambini, è difficile tenerlo a freno in un contesto del genere. Nonostante lo riprenda più volte dicendogli di smetterla di battere le mani, le farfalle stanno dormendo, non bisogna disturbarle, ma lui non ci sente e continua imperterrito. Davanti a noi una coppia di tedeschi un po' anzianotti. L'uomo si volta verso Enrico e con uno sguardo veramente atroce, lo ricordo come fosse successo ieri, gli urla "Basta maledetto!". Cosa? Maledetto? Mi parte di colpo la vena, mi sale il sangue romagnolo e sfoderando un inglese fluido e quasi perfetto, me lo mangio di improperi! Ecchecavoli, ma si può dire ad un bambino di 5 anni maledetto?
Beh a parte il viaggio lunghissimo, questo è stato l'unico episodio negativo di tutta la vacanza.
Alla sera non siamo ripartiti, ma siamo rimasti a Rodi per una settimana, trovando una bellissima sistemazione nella baia di Lindos a casa di pescatori di origine italiana che ci hanno quasi adottato, come dicono loro, una faza una raza. E le ultime due settimane di vacanze le abbiamo trascorse a Karpathos, isola misteriosa e affascinante, con un'atmosfera quasi irreale, mangiando pesce fresco tutti i giorni, meravigliose insalate greche che solo la hanno quel sapore unico, bevendo Ouzo e Metaxa e tuffandoci in quel mare limpido e caldo come una piscina.

A ricordare quei luoghi mi è ritornata la voglia di tornarci...mi sa che ad agosto....


Insalata di riso venere alla greca

riso-venere-alla-greca

Ingredienti :

riso venere
pomodori (io ho usato i datterini)
cetriolo
peperone
olive greche
cipolla Tropea
feta
origano
olio evo

Le quantità non le indico perché l'insalata di riso la faccio ad occhio da anni, sorry...
Il riso venere è un riso integrale e bisogna lavarlo bene prima di cuocerlo, per pulirlo dalle impurità.
Cuocere il riso in acqua salata per una quarantina di minuti. Tagliare a cubettini i pomodori e metterli a sgocciolare in un colapasta. Tagliare il cetriolo, la cipolla e la feta sempre a cubetti, i peperoni (friarielli) a rondelline. Mettere tutti gli ingredienti in un'insalatiera, comprese le olive e salare. Unire per ultimi i pomodori e il riso, passando quest'ultimo sotto un getto di acqua fredda.
Condire con abbondante origano e olio evo. Lasciare riposare una mezz'ora in frigorifero, per permettere al riso di assorbire tutti gli aromi. Il giorno dopo è ancora più buona.

Sabrina

lunedì 15 giugno 2009

Dall'orto del mio babbo.

Da quando è andato in pensione, il mio babbo si dedica con amore al suo orticello dove coltiva , in stile rigorosamente biologico, frutta e verdura di vari tipi, vale a dire solo quella che piace a lui...che fortunatamente è anche quella che piace a me, mentre mia madre, a cui piace una cucina più moderna e innovativa, tenta di spingerlo a coltivare cavoli rossi, cetrioli bitorzoluti e lunghissimi, zucchine di tutti i tipi e tanti altri ortaggi di cui non conosciamo neppure il nome..!
Ma babbo nulla, da questo orecchio non ci sente, anche perché si, gli piace tanto coltivare il suo orticello, ma anche andare al circolo a giocare a biliardo, trovarsi con i commilitoni a ricordare i bei tempi della naja (circa 55 anni fa..!) insomma, farsi come si suol dire gli affari suoi..!

Ora il suo orto pullula di fave, piselli, cipolline tropea, patate, le piante di zucchine sono cariche di fiori, il basilico è rigoglioso, i fagiolini cominciano ad arrivare, come i borlotti, per i pomodori siamo ancora un po' indietro ma quando arriveranno, ne saremo sommersi, il discorso vale anche per le melanzane e i peperoni. E' una vera gioia quando mi telefona e mi dice "zvetta, l'è prota na casittina" (traduzione dal dialetto romagnolo: "civetta, è pronta una cassettina"). Corro subito a prenderla e tutto è ordinato come nei banchi più belli del mercato, i fagiolini sono addirittura puliti e pronti per essere cotti!

Dall'ultima casittina ho preparato questa insalatina, semplice semplice come tutta la mia cucina, ma buona e saporita che per i suoi valori nutrizionali, può diventare un piatto unico per il pranzo.


insalata-estiva

Ingredienti :

fagiolini
zucchine
patate novelle
fagioli borlotti
capperi
acciughe
aglio, olio evo
erbe aromatiche e peperoncino a piacere
una spruzzata di aceto di vino

Pulire le verdure, tagliarle a listarelle grosse e cuocerle a vapore. Sgranare i fagioli borlotti e cuocerli in acqua con un cucchiaio di aceto per un'ora.
Imbiondire uno spicchio d'aglio schiacciato in tre o quattro cucchiai d'olio evo, aggiungere le acciughe spezzettate, i capperi, le erbette aromatiche, il peperoncino e una spruzzata di aceto.
Cuocere a fuoco lento per qualche minuto aggiungendo se necessario un po' di acqua calda fino al completo scioglimento delle acciughe. Togliere l'aglio.
Condire le verdure con la salsina ottenuta, aggiustando di olio evo e sale se necessario.
Servire tiepida, ottimo contorno per pesce al forno o alla griglia.

Sabrina

venerdì 12 giugno 2009

Fours pochés.

dolcetti-di-mandorla

Fin da ragazzina preparare i dolci è sempre stata una valvola di scarico.
Ricordo quando tornavo a casa da scuola, dopo aver avuto una mattinata pesante, la prima cosa che facevo era una torta e le tensioni come per incanto svanivano.
All'epoca avevo anche un metabolismo che funzionava...potevo mangiarne in quantità e rimanevo magra come uno stecchino! Purtroppo questo non succede più e l'unico modo per tenere a freno la mia voglia di dolci è non preparane, perché di fronte a una fetta di torta non so proprio resistere.
Sapere che nel frigorifero c'è un tiramisù, piuttosto che una bella fetta di tenerina, il mio cervello va in tilt, nulla mi riesce a distogliermi da quel pensiero e immancabilmente la mia proverbiale forza di volontà va a farsi friggere...
Però ogni tanto si deve cedere, ne va del buonumore e dopo aver letto sul forum di Cucina Italiana la ricetta di questi dolcetti che adoro, ho scacciato tutti i fantasmi e li ho preparati.

La ricetta è di Stefano Spilli che riporto pari pari.

Ingredienti :

gr. 135 di mandorle dolci non spellate
gr. 90 di zucchero
2 chiare d'uovo (io ne ho utilizzata 1 di un uovo grande)
2 cucchiaini di marmellata di albicocche setacciata (io marmellata di fragole)
2 gocce di essenza di vaniglia (io un pezzetto di stecca di vaniglia)
2 gocce di essenza di mandorle (io 7 mandorle amare)
per guarnire : mandorle, nocciole, ciliege candite e scorzette d'arancia

Nel robot tritare le mandorle con la vaniglia e lo zucchero. Per capire se l'aroma va bene uso un metodo molto scientifico : dopo una prima frullata apro il coperchio, se l'aroma mi soddisfa continuo, altrimenti aggiungo un'altro paio di mandorle amare.
Tritare finemente, lo zucchero assorbirà l'olio delle mandorle.
Trasferire in una ciotola, aggiungere la chiara d'uovo e la marmellata. Il composto dovrà essere quasi troppo spesso da passare nella tasca da pasticcere (a me è rimasto abbastanza morbido, forse dovevo aggiungere più mandorle, ma le avevo terminate...).
Porre l'impasto in una tasca da pasticcere con la bocchetta a stella da un cm.
Spremere delle rosette di circa 4 cm in una teglia ricoperta di carta da forno, se ne ricavano circa 20 pezzi.
Decorare le rosette con le guarnizioni preferite (io adoro le ciliege e le scorzette d'arancio).
Lasciar riposare a temperatura ambiente per circa 30 minuti, poi cuocere nel forno preriscaldato a 180° per circa 15 minuti. I dolcetti dovranno essere dorati ma non eccessivamente coloriti.
Raffreddare su una gratella e conservare in un barattolo di latta.

Le mie considerazioni:
a differenza di quelli comprati in pasticceria, dopo 5 giorni sono ancora morbidi come appena fatti. Una delizia.

Sabrina

mercoledì 10 giugno 2009

Filetto al fumo.

Della serie : cucina che ti passa, ovvero scarica la tensione e lo stress facendo le cose che più ti piacciono e il risultato si vede, anche se le preoccupazioni non svaniscono nel nulla, oggi sono molto più serena.

Ieri sera avevo voglia di carne e domenica, durante una delle mie solite incursioni da Eataly, ho comprato la birra affumicata, perché mi ricordavo di uno spezzatino proposto tempo fa da Laura de L'Antro dell'Alchimista che mi aveva alquanto stuzzicata e mi riproponevo di fare da allora e prevede l'utilizzo di questa birra.
E' un secondo prettamente invernale, ma non è che sia ancora così scoppiata l'estate e apportando qualche piccola modifica, si può adattare anche a questa stagione.
La ricetta originale la trovate qua.


filetto-al-fumo

Ingredienti per 2 persone :

gr. 300 di filetto di maiale
90 g di speck a listarelle
l 0,3 di birra di gusto affumicato (rauchbier)
o in alternativa una birra doppio malto
1 carota
1 cipolla Tropea piccola
1 costa di sedano
2 cucchiai di farina
rosmarino e maggiorana
brodo vegetale
Sale

Mondate e affettate la cipolla, le carote e il sedano.
Fatele soffriggere con lo speck in due cucchiai d'olio, il rosmarino e la maggiorana.
Aggiungere il filetto tagliato a tocchetti leggermente infarinato e arrostitelo per qualche minuto.
Versare quindi la birra e sfumare.
Poi aggiungete brodo vegetale fino a coprirlo e fate cuocere a fuoco medio/basso per una mezz'ora.

Utilizzando il filetto di maiale al posto del manzo, i tempi di cottura di riducono di un quarto quindi più adatto a questa stagione e la maggiorana gli conferisce quel tocco di freschezza in più.

Grazie Laura, veramente gustosissimo!

Sabrina

martedì 9 giugno 2009

Gazpacho verde e gamberetti croccanti.

Oggi proprio non è giornata, l'umore è nero già da ieri.
La diplomazia non è una delle mie qualità, avrei voglia di urlare tutto quello che mi passa per la mente, ma ancora non posso...è troppo presto, devo prima metabolizzare e trovare qualcosa di piacevole che mi distragga.

Vediamo se vi piace questa ricettina..
E' tanto che volevo provarla, da quella sera che la mia cara amica Irene ce l'ha proposta come antipasto accompagnato a delle seppioline bollite. Domenica lo chef dell'Osteria Le Mura di Bologna, palermitano doc, mi ha regalato dei freschissimi gamberetti rosa appena arrivati dalla Sicilia (che lui cucina in maniera sublime come del resto tutto il pesce che propone nel suo menù) e quindi ho pensato di accompagnarne una parte al gazpacho.


gaspacho

Ingredienti per due persone :

per il gazpacho :
1 zucchina
1 pomodoro verde
basilico, origano, maggiorana, erba cipollina
1 cucchiaino di aceto
2 cucchiai di olio evo
sale e pepe

per gli spiedini:
4 gamberi
1 fetta di pancetta arrotolata (magretta)

Tritare finemente la zucchina e il pomodoro con i semi. Passare nel mixer aggiungendo le erbe aromatiche, condire con olio, aceto, sale e pepe. Dividerlo in due bicchieri o coppette.
Arrotolare un po di pancetta nei gamberi e cuocerli in griglia o anche in padella senza olio (il grasso della pancetta lo sostituisce) un paio di minuti da ogni parte in modo che la pancetta diventi croccante. Infilarne due in uno stecchino e guarnire i bicchierini.

E' un antipasto fresco, estivo e veloce da preparare, si mantiene bene ed è buono anche un giorno perché i tempi di riposo permettono alle verdure di assorbire completamente gli aromi delle erbe. Si può servire sia freddo che tiepido. Ci si può sbizzarrine nell'accostamento : Irene lo ha accompagnato a delle seppie lessate, tagliate a listarelle e condite, io agli spiedini di gamberi, ma ci vedo bene anche una caprese, dei fagioli cannellini al rosmarino, insomma via libera alla fantasia e buon appetito.

Sabrina
Con questo gaZpacho partecipo alla raccolta de Il Gatto Goloso Bicchierini golosi.

venerdì 5 giugno 2009

"Aceto balsamico" hand made.

aceto balsamico

Nulla ha a che vedere con il nobile Aceto balsamico di Modena, ma da quando la mia dolcissima amica Roberta me l'ha regalato con tante altre belle cosine hand made un Natale di anni fa, ho cominciato a prepararlo anch'io e non nego che a volte mi piace proprio sostituirlo a quello vero.


aceto balsamico 2

Serve una bottiglia da 50 ml di aceto balsamico da supermercato, quello da 3 o 4 euro per intenderci, e tre cucchiai colmi di miele.
Come miele si può utilizzare quello che si preferisce, è chiaro che l'aceto si aromatizza di conseguenza.
Si versa il tutto in una pentola di acciaio e si fa bollire a fuoco medio per circa mezz'ora, finché si riduce a metà. Provare versandone qualche goccia in un piatto, se raffreddando si addensa, allora è pronto.
Versarlo ancora caldo in una bottiglia e chiudere con un tappo di sughero quando è freddo.
Si conserva in dispensa per circa un mese, oppure in frigorifero anche per più tempo.



fragole con aceto balsamico

E' ottimo per un pinzimonio di fragole, oppure per condire un'insalata di soncino o in qualsiasi altra preparazione che includa l'aceto balsamico.
Poi in piccole bottigliette chiuse con la ceralacca è un pensierino molto carino da fare alle amiche.

Sabrina

mercoledì 3 giugno 2009

Un giochino per conoscerci e Millefoglie di aringa affumicata.

La cara Maurina di Comfort food mi ha invitata a partecipare a questo divertente giochino per conoscerci meglio. Aderisco volentieri anche se non è così facile elencare ben 7 cose che mi caratterizzano e proporre ad altri sette bloggers di fare altrettanto, però tenterò di accontentarla.

  • sono una persona solare, mi sveglio sempre con il buonumore e cerco sempre di sdramattizzare anche le situazioni più difficili;
  • sono romantica e sognatrice, Cenerentola sarà sempre la mia favola preferita (:D) e se devo scegliere un film, le commedie sentimentali sono sempre le mie preferite;
  • detesto la volgarità in tutte le sue forme sia nella donna che nell'uomo, della serie "la classe non è acqua...";
  • sono pigra, a volte mi devo violentare per fare le cose, ma quando mi appassiono a qualcosa, mi ci butto a capofitto con un entusiasmo quasi imbarazzante...;
  • sono una chiacchierona finita, ma so anche ascoltare e ho un rispetto sacrale per chiunque, non sono mai invadente e non do mai consigli gratuiti;
  • anche se sono del segno della Vergine, sono disordinata ma mantengo comunque un ordine nel mio disordine, alla fine trovo sempre tutto, ma quanto invidio chi ama catalogare in ordine alfabetico e disporre le camice nell'armadio in gradazione di colore.....; sono spontanea e le cose le faccio a sentimento, però con l'età ho imparato a portare più attenzione ai dettagli per non cadere nell'approssimativo;
  • ho imparato a volermi bene, una buona dose di sano egoismo mi fa vivere meglio, l'unica persona davanti alla quale riesco a cedere, ma poi non così tanto, è mio figlio.
Beh alla fine non è poi stato così difficile, l'ho detto, sono una ciacarona e ora che ho cominciato non smetterei più...ma la regola dice 7 cose e 7 ne ho scritte.

Ora la parte più ostica...a chi lo giro? Vediamo....
  1. Jacopo di Viaggi, cucina e...io
  2. Alessandra di Menu turistico
  3. Ornella di Ammodomio
  4. Patrizia di La melagranata
  5. Rosemarie di Rosemarie & Thyme
  6. Pippi di Io...così come sono
  7. Diletta di Lo schief scientifico
Come vedi Jacopo, sei sempre beato tra le donne....non voletemene ragazzi, è solo un giochino e Maurina è sempre così carina che non potevo deluderla... Grazie infinite per la partecipazione e un bacione a tutte.






Millefoglie di aringa affumicata.




Non sono mai stata pazza dell'aringa affumicata, ma mia madre la prepara spesso perché mio padre la adora. Quindi ho sempre cercato di evitarla, finché un giorno sono capitata a pranzo dai miei e la mamma aveva preparato questa insalatina favolosa che aveva letto non so in quale rivista di cucina e quando trovo la materia prima, di quella veramente buona, la preparo volentieri.

Per le dosi vado ad occhio.


aringa affumicata
rucola
pomodorini
olive taggiasche
frutti di capperi di Pantelleria
limoni non trattati
cipolla Tropea
basilico
olio evo
qualche goccia di aceto balsamico

Fare una base di rucola e cominciare a costruire la millefoglie con i pomodorini, la cipolla, il basilico, il limone affettato a rondelle sottilissime, l'aringa tagliata a julienne.
Guarnire con le olive e i capperi.
Condire con olio evo e l'aceto balsamico.

Sabrina

martedì 2 giugno 2009

Grazie Ornella!


E vai di premi!
Anche questo super mega graditissimo!
Poi guardate com'è carino, così tenero! Proprio mi somiglia...
Un bacione Ornella e grazie ancora.

Sabrina

lunedì 1 giugno 2009

Le madeleines di.....Sabrina.




Il perché ho chiamato il mio blog con questo nome l'ho raccontato nel primo post pubblicato, ma vi confesso che non avevo mai preparato le madeleines in vita mia, fino a ieri.
Complice il freddo intenso che è tornato qua a Bologna, con la conseguente voglia di accendere il forno per scaldare un po' la casa, finalmente mi sono decisa.
Lo stampo mi aspettava già da tempo dentro la credenza e gli ingredienti erano tutti a disposizione, mancava la ricetta. Quindi ho fatto una ricerca nell'archivio del forum di Cucina Italiana e tra le tante che ho trovato ho scelto quella di Pinella.




Ingredienti per 35 madeleines :

3 uova
gr. 130 di zucchero
gr. 150 di farina
gr. 125 di margarina (ho usato il burro)
gr. 20 di miele liquido
gr. 5 di lievito per dolci
scorza grattugiata di arancia o limone a seconda dei gusti (io ho sostituito con 2 cucchiai di acqua di fiori d'arancia)

Per la perfetta riuscita di questi dolcetti è consigliabile preparare l'impasto il giorno prima di cuocerli, perché deve riposare in frigorifero almeno 12 ore. Infatti è proprio lo choc termico dal freddo del frigo al caldo del forno che fa formare la classica cupoletta.

Mettere la margarina in una casseruolina e farla fondere a bagnomaria. Toglierla dal fuoco e lasciarla raffreddare a temperatura ambiente.
Sgusciare le uova, unire un pizzico di sale, lo zucchero e il miele e lavorarle fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
Setacciare la farina insieme al lievito e versare sulle uova montate, mescolando con un cucchiaio di legno.
Aggiungere la margarina versandola a filo, continuare a mescolare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.
Profumare con la scorza grattugiata dell'agrume prescelto o con l'acqua di fiori d'arancio come ho preferito fare io.
Coprire con pellicola e mettere a riposare nella parte più bassa del frigorifero.
Il giorno dopo scaldare il forno a 180°. Imburrare lo stampo multiplo per madeleines, versare il composto riempiendo gli incavi per 2/3.
Infornare per circa 10 minuti (nel mio forno anche solo 7; nella prima infornata erano rimasti un po' troppo scuri) fino a quando i dolcetti si presenteranno dorati e sodi al tatto.
Sfornare, lasciare asciugare le madeleines e spolverizzarle con lo zucchero a velo (ehm...questo passaggio l'ho dimenticato....).

Voilà les madeleines di Proust.

Sabrina